venerdì 27 maggio 2011

IL PENSIERO FILOSOFICO DI A. GRAMSCI

IL PENSIERO FILOSOFICO di ANTONIO GRAMSCI
ALCUNI PERCORSI DI LETTURA DEI QUADERNI DEL CARCERE
Vengono di seguito proposti 2 percorsi di lettura
1
:
1) Percorso per studenti di filosofia:
a) breve scheda riassuntiva di alcuni concetti-chiave (o tradizionalmente ritenuti tali)
del pensiero filosofico di Gramsci
b) indicazioni bibliografiche, per temi, relative ai Quaderni del carcere
2) Percorso per studenti delle scuole medie superiori di ogni ordine e grado
Le tematiche indicate, pur essendo attinenti al pensiero filosofico, non presuppongono
preconoscenze filosofiche.
1° PERCORSO
IL PENSIERO FILOSOFICO DI GRAMSCI: ALCUNI TEMI
(SCHEDA RIASSUNTIVA)
Introduzione allo studio della filosofia. La filosofia come concezione del mondo. Tutti gli
uomini sono filosofi.
Tutti gli uomini sono filosofi perché tutti, magari inconsapevolmente, hanno una concezione del
mondo e tutti contribuiscono a sostenerla o a modificarla. Solo pochi uomini però ne hanno
consapevolezza critica.
La filosofia va distinta, in quanto riflessione razionale sistematica, dalla religione e dal senso
comune, la filosofia è, infatti, i la critica e il superamento della religione e del senso comune e, in
tal senso, coincide con il buon senso, che si contrappone al senso comune.
La principale differenza fra filosofia e senso comune consiste nel fatto che nella filosofia
prevalgono i caratteri di elaborazione individuale del pensiero, nel senso comune prevalgono
invece i caratteri di un pensiero generico, relativo ad una certa epoca e a un certo ambiente
popolare.
La filosofia della prassi si presenta, inizialmente, come critica del senso comune, il suo intento
non è imporre ex novo una diversa concezione del mondo, ma innovare e rendere critica
un’attività già esistente. La filosofia della prassi non tende a mantenere i semplici nella loro
filosofia primitiva del senso comune, ma a condurli ad una concezione superiore della vita.
Esistono molteplici filosofie o concezioni del mondo, la scelta di ciascuno, consapevole o meno, è
legata al suo operare e poiché il suo operare è sempre un operare politico, la filosofia reale di
ognuno va considerata nella sua sostanza politica.
La filosofia della prassi
Partendo dall’XI tesi su Feuerbach di Marx, G.interpreta la filosofia come sintesi-mediazione
dialettica fra teoria e pratica. La prassi si configura come mediazione fra gli uomini e la realtà,
realtà intesa come natura ed esperienza e come insieme di tradizioni e istituzioni. La prassi è la
maniera in cui gli agenti storico-sociali conoscono/trasformano il mondo, utilizzando le loro
conoscenze e rapportandosi al contesto storico in cui agiscono.
Sulla base della filosofia della prassi G. interpreta la realtà del suo tempo:
- l’ operare umano non ha fondamenti trascendenti (immanentismo)
- la storia si fonda sugli uomini come soggetti con i loro valori e le loro azioni (umanesimo)
- la struttura sociale va concepita in modo storico-concreto (concezione antispeculativa)
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Le due proposte di percorso lasciano, ovviamente, alla libera iniziativa dei docenti e alla creatività degli studenti
l’attività da svolgere per concorrere al Bando per la Celebrazione del 70° anniversario della morte di Gramsci- eventi e dottrine intellettuali (anche il marxismo) devono essere interpretati nella loro
storicità. La filosofia della praxis è la concezione storicistica della realtà che si è liberata di
ogni residuo di trascendenza e di teologia
La filosofia della prassi permette a G. di confrontarsi con il pensiero di Croce, del quale apprezza
la concezione secondo cui la filosofia deve risolvere i problemi che il processo storico presenta di
volta in volta. L’errore di Croce, secondo G., sta nell’aver inserito gli elementi realistici della sua
filosofia all’interno di una dottrina speculativa (nel senso negativo del termine) e costituisce un
arretramento anche rispetto all’hegelismo.
L’interpretazione storicistico-dialettica della realtà
Per comprendere la realtà come sviluppo storico l’unico modo/strumento è quello dialettico (vs
incrostazioni positivistiche e economicistiche del marxismo).
Solo tramite la dialettica è possibile comprendere la totalità del reale, coglierne il movimento, lo
sviluppo, i processi di trasformazione. Tramite la dialettica è possibile cogliere il senso degli
eventi umani e la loro storicità. La comprensione dialettica permette all’uomo sia l’analisi
cognitiva della realtà sia l’azione pratica di trasformazione delle vicende umane.
La dialettica si presenta così come fondamento del nesso teoria/prassi, conoscenza/azione .
La realtà esiste e può essere compresa solo in rapporto all’uomo e al suo contesto storico
(“realtà oggettiva” = mera affermazione del senso comune).
La realtà della quale ci si deve occupare è la realtà umana e la realtà naturale, intesa
quest’ultima come esperienza e opera di trasformazione dell’uomo con tutte le sue
contraddizioni. E’ la filosofia hegeliana che ci permette di comprendere la realtà: in un certo senso
la filosofia della prassi è una riforma e uno sviluppo dell’hegelismo, è una filosofia liberata da
ogni elemento ideologico unilaterale e fanatico, è la coscienza piena delle contraddizioni del
mondo.
Il rapporto struttura-sovrastruttura
La centralità della prassi umana ha condotto G. a rivisitare il rapporto fra struttura e
sovrastruttura (VS la tendenza di molti marxisti a privilegiare la struttura e a fare della
sovrastruttura un effetto determinato dalla struttura).
Anche G. ritiene che la sovrastruttura sia collegata alla struttura economica, essa ha tuttavia una
sua dimensione specifica e come tale deve essere analizzata.
Acquista allora una dimensione centrale il concetto di società civile che per G. è da rapportare
essenzialmente alla sovrastruttura. La società civile comprende istituzioni e funzioni complesse:
partiti, associazioni sindacali, la stampa, centri e associazioni culturali e religiosi. Questa
complessità e pluralità non può essere ridotta ad effetto meccanico e deterministico della struttura
economica (nello specifico, in Occidente, dell’economia capitalistica). L’analisi della società civile
deve poter cogliere le potenzialità di sviluppo e di auto-trasformazione della società.
Ciò conduce G. ad una reinterpretazione della dialettica fra le classi e dei conflitti di classe.
Infatti egli non appiattisce la competizione sociale sulla contrapposizione fra due forze, ma
ipotizza alleanze fra diversi ceti sociali, interessati a processi di trasformazione socialista del
mondo capitalistico, diversi da quelli sostenuti dal marxismo tradizionale.
Di qui anche la formulazione del concetto di egemonia, concetto nuovo rispetto a quello di
dittatura del proletario. Egemonia non è dominio e classe egemone non ha lo stesso significato di
classe dominante. La classe egemone deve saper essere dirigente, deve poter agire in relazione ai
tempi e alle circostanze, cercando di conquistare autorevolezza entro il sistema politico-sociale e
l’alleanza di altre forze sociali.
Di qui la necessità per la classe che vuol essere dirigente / egemone di ottenere il consenso non
solo in sede strettamente politica, ma anche all’interno della società civile, a livello di massa.
Il consenso, inteso come direzione intellettuale e morale, può essere ricercato - in età capitalista -
anche presso la borghesia progressista, con la conseguente possibilità di costituire un bloccostorico, ovvero un’alleanza fra le forze politiche e sociali interessate al rinnovamento in senso
democratico e, in un secondo momento socialista, dello stato.
Il partito come moderno Principe. Il concetto di egemonia
Il consenso presuppone un’azione politico-sociale organizzata, ovvero l’azione del partito. Il
partito viene individuato da G. come moderno principe machiavelliano. Non è una persona reale,
ma un organismo, un elemento di società complesso nel quale già abbia inizio il concretrarsi di
una volontà collettiva riconosciuta ed affermatasi parzialmente nell’azione. Come il Principe, però,
opera a livello esclusivamente politico e con fini politici e non in base ad astratti principi extra
politici. Il suo fine è la trasformazione democratico-socialista della società (cfr. analogie e
differenze con la concezione leninista del partito).
Non si tratta di un’organizzazione burocratica o di uno strumento di potere, ma di un organismo
volto alla riforma intellettuale e morale, che storicizzando la realtà e i valori e storicizzando
anche se stesso, diventa la base di un laicismo moderno e di una completa laicizzazione di tutta la
vita e di tutti i rapporti di costume.
Partendo dal nesso teoria-pratica, secondo G. non c’è organizzazione senza intellettuali, di
conseguenza nel partito gli intellettuali hanno un ruolo fondamentale. Sono gli intellettuali a dover
realizzare una funzione di educazione politico-democratica delle masse, a far crescere la
coscienza democratico-socialista. Sono gli intellettuali in grado di interpretare le esigenze e i
bisogni della società. Non intellettuali chiusi nelle loro teorie, ma pronti a mescolarsi attivamente
alla vita pratica come costruttori, organizzatori, persuasori, capaci insomma di mediare la teoria
e la strategia politica con le capacità di comprensione dell’uomo comune.
E’ questa la figura dell’intellettuale organico al partito, partito che viene concepito come
intellettuale collettivo, organico a sua volta alla classe operaia.
Il partito elabora e sistematizza la “concezione del mondo”, che si manifesta solo saltuariamente
in modo autonomo nell’operare spontaneo della classe.
Intellettuale in senso specifico è colui che produce la consapevolezza critica e dà omogeneità a
un gruppo sociale: sono gli agenti dell’egemonia
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, fanno da cerniera fra struttura e sovrastruttura.
Il tipo di intellettuale nuovo dovrà differenziarsi da quello della tradizione assommando in sé sia
le funzioni del dirigente politico sia una componente specialistica, orientata però non più verso il
vecchio umanesimo, ma verso quei settori come tecnica e scienza che sono in relazione con lo
sviluppo economico moderno.
Gli intellettuali, infatti, influiscono sulla massa dandole la consapevolezza teorica delle sue
aspirazioni, la massa influisce a sua volta sugli intellettuali integrandoli nella propria azione. La
problematica degli intellettuali va così inquadrata nel nesso dialettico teoria/pratica,
intellettuali/massa.
1° PERCORSO
I TESTI DI GRAMSCI – QUADERNI DEL CARCERE
1

La filosofia
• Tutti gli uomini sono filosofi —> Q10 §52, pp.1342-43
• Che cos’è l’uomo? —> Q10 §54, pp. 1543-46
• Alcuni punti preliminari di riferimento –>Q11 §12, pp.1375-95
• Filosofia: accezione popolare del termine —> Q11 §12, p.1380
• Filosofia e senso comune —> Q11 §12, p.1383; Q11 §13, p.1396
• Filosofia e democrazia —> Q10 §35, pp.1280-81
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A.Gramsci, Quaderni del carcere , a cura di V.Gerratana, Einaudi, 1975. • Filosofia e ideologie —> Q4 §61, pp.506-7
• Filosofia e linguaggio —> Q10 §43, p.1329; Q 10 §44, pp.1330-32
• Filosofia e masse popolari —> Q11 §12, pp.1381-82; Q11 §12, pp.1388-91; Q11 §12,
pp.1396-97
• Filosofia classica tedesca, filosofia della praxis e “buon senso” —> Q11 §59, pp.1485-86
La filosofia della praxis
• Materialismo e materialismo storico —> Q 7 §35, pp.883-84
• Storicità della filosofia della praxis —> Q 11 §62, pp.1487-90
• Definizione del concetto di storia etico-politica —> Q10 §7, pp.1222-25
• Paradigmi di storia etico-politica —> Q10 §9, pp.1226-29
Struttura / superstruttura
• Rapporti struttura superstruttura —> Q4 §38, pp.455-65; Q7 §24, pp.871-73;
Q8 §182, pp.1051-52
• Ideologie —> Q7 §19, pp.868-69
• Analisi delle situazioni. Rapporti di forza --> Q13 §17, pp.1578-88
Intellettuali
• Gli intellettuali —> Q8 §187, p.1054; Q8 §188, pp.1054-55; Q12 §1, pp.1513-40
• Tutti gli uomini sono intellettuali, ma non tutti esercitano la funzione sociale di intellettuali
—> Q12 §1, p.1516
• Intellettuali organici e tradizionali —> Q12 §1, pp.1513-24; Q12 §3, pp.1550-51
• Intellettuali come funzionari delle sovrastrutture —> Q12 §1, pp.1518-19
• Intellettuali cristallizzati e riforma intellettuale e morale —> Q11 §16, pp.1406-7
• Intellettuali di tipo nuovo e masse popolari —> Q11 §12, pp.1391-94
• Intellettuali di tipo urbano e intellettuali di tipo rurale —> Q12 §1, pp.1520-21
• Blocco storico fra intellettuali-popolo-nazione,governanti-governati -->Q11 §67,pp.1505-06
• Unità organica tra intellettuali e masse, tra teoria e pratica —> Q11 §12, pp.1586-87
Il moderno principe/ note sulla politica di Machiavelli
• Il partito politico come moderno principe —> Q13 §20, pp.1599-1600; Q13 §1, p.1558
• Il moderno principe come promotore di una riforma intellettuale e morale —> Q13 §1,
pp.1560-61
• Il moderno principe come nuova trattazione di scienza politica—> Q8 §37, pp.964-65;
Q8 §48, p.970; Q8 §52, pp.972-73
Egemonia
• Egemonia come combinazione di forza e consenso nei regimi parlamentari —> Q13 §37,
pp.1636-38
• E. come direzione intellettuale e morale. Rapporti fra “direzione” e “dominio”—> Q19 §24,
pp.2010-11
• E.e democrazia —>Q8 §191, pp.1056
• E. e divisione dei poteri —> Q6 §81, pp.751-52
• E. e storia etico-politica —> Q10 §7, pp.1222-24; Q10 §13, pp.1235-37
• E. etico-politica ed egemonia economica —> Q13 §18, p.1591
• Concetto di egemonia in Lenin —> Q7 §33, p.882; Q10 §12, pp.1249-50
• Crisi di egemonia della classe dirigente e crisi dello stato —> Q13 §23, p. 1603
• Forme e mezzi dell’egemonia esercitata dai moderati—> Q19 §24, pp.2011-13
• Funzione degli intellettuali nella organizzazione dell’egemonia e della coercizione —> Q12
§1, pp.1518-19I Quaderni del carcere contengono anche l’interpretazione di Gramsci relativamente a filosofi e
movimenti filosofici, che sono oggetto dei programmi delle scuole medie superiori: Bergson, Croce,
Gentile, Freud, Hegel, l’Idealismo, l’Illuminismo, Kant, Labriola, Marx, il Positivismo,
l’Umanesimo, ecc…
Per il reperimento dei testi consultare I quaderni del carcere a cura di Gerratana (op. cit.), vol.
IV, Indice degli argomenti

ALTRI PERCORSI
I TESTI DI GRAMSCI - QUADERNI DEL CARCERE

(A titolo di esempio vengono riportati di seguito alcuni percorsi usufruibili dagli studenti di scuola
media superiore di ogni ordine e grado)
ORIENTE E OCCIDENTE
• Concetto di Occidente e di Oriente. Oggettività e realtà del mondo esterno —>
Q11 §20, pp.1418-20.
• Atlantico e Pacifico —> Q2 §78,p.242
• Sull’influsso della cultura araba in Occidente —> Q16 §5, p.1847
• Resistenza di Cina e India all’introduzione della civiltà occidentale —>Q7 §62, p.901
• La nuova evoluzione dell’Islam —> Q2 §90, pp.246-48
• Notarelle sulla cultura islamica —> Q5 §90, pp.621-23
• Notarelle sulla cultura giapponese —> Q5 §50, pp.579-82
• Notarelle sulla cultura cinese —> Q5 §51, pp.582-84; Q5 §23, pp.557-64
• Cultura indiana —> Q6 §32, p.709
• Giuseppe Tucci. La religiosità dell’India —> Q2 §86, p.244
LIBERTA’ E DISCIPLINA
• Disciplina, libertà e responsabilità —> Q6 §11, p.692; Q14 §48, pp.1706-7
• Disciplina, spontaneità, sincerità —> Q14 §61, pp.1720-21
• Libertà come metodo per superare l’individualismo italiano —> Q6 §162, pp.815-16
• Libertà, arbitrio e “automatismo” —> Q10 §8, pp.1245-46
• Sull’importanza della filosofia della libertà —>Q10 §51, p.1341
EDUCAZIONE E SCUOLA
• Osservazioni sulla scuola: per la ricerca del principio educativo —> Q12 §2, pp.1540-50
• Educazione e rapporti fra generazioni—> Q1 §123, p.114; Q1 §127, pp.115-16; Q10 §44,
pp.1331-32; Q14 §69, p.1730; Q15 §66, pp.1829-30
• La scuola come strumento di elaborazione di intellettuali di vario grado —> Q12 §1,
pp.1516-17
• Educazione tecnica come base del nuovo tipo di intellettuale —> Q12 §3, p.1551
• La scuola umanistica e la sua crisi —> Q12 §1, pp.1530-31
• Scuola attiva e creativa—> Q12 §1, pp.1536-38
• Scuola unica —> Q12 §1 pp.1534-40
• Scuola unitaria e accostamento fra lavoro manuale e intellettuale —> Q9 §119, pp.1183-85
• Il decadere dello studio del latino. Paragone fra latino e italiano.Valore formativo dello
studio del latino e del greco e difficoltà di trovare equivalenti adatti in una nuova didattica—> Q5 §149, p.677; Q12 §2, pp.1543-47
SCIENZA TECNOLOGIA PROGRESSO
• Sul concetto di scienza —> Q11 §15, pp.1403-06
• Che cos’è scientifico —> Q6 §180, pp.826-27
• Scienza come categoria storica. Scienza come sovrastruttura ideologica e il problema
dell’oggettività del reale. Le aspettative umane nei confronti della scienza. Aspetti del
lavoro scientifico. —> Q11 §37, 38, 39, pp.1455-59
• La scienza e le ideologie scientifiche. Significato dell’aggettivo scientifico. Soggettività e
oggettività dell’esperimento scientifico secondo la “nuova fisica”. —> Q11 §36, pp.1451-55
• Scienza e cultura —> Q14 §38, pp.1694-95
• Relazioni fra scienza, religione, filosofia e senso comune —> Q11 §12, p.1378
• Progresso scientifico e ideologia del progresso —> Q4 §7, p.430
• Diritti e limiti della ricerca scientifica —> Q11 §12, p.1393
• La scienza e gli strumenti scientifici. Scienze matematiche come strumenti delle scienze
naturali —> Q11 §21, pp.1420-22
• Logica formale e mentalità scientifica —> Q17 §52, pp.1948-49
• Tecnologia come mediazione tra l’uomo e la realtà del mondo esterno —> Q11 §38, p.1457
• Progresso e divenire. Ideali di progresso e rapporto fra società e natura —>Q10 §48,
pp.1335-38
• Il progresso come dialettica di conservazione e innovazione —> Q10 §41, pp.1325-26
• Storia e progresso —> Q14 §67, pp. 1726-27
Altri percorsi (ad esempio : Il folklore, I proverbi, La questione sessuale, ecc…) possono
essere individuati nell’edizione a cura di Gerratana (op.cit.), vol. IV, Indice degli argomenti.

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